Ho ancora oggi un ricordo vivissimo del Mistero Buffo di Dario Fo e vi consiglio di vederlo
L’ho visto varie volte quando girava per l’Italia e so a memoria alcuni passaggi in quella lingua strana così simile alla lingua padana di cui sono figlio. La parte dedicata al miracolo delle nozze di Cana fa riferimento al Vangelo di Giovanni immaginando che un ubriacone sia invitato alle nozze e sia testimone del miracolo. La Madonna non accetta il vino frutto del miracolo e Gesù la sollecita ad assaggiare dicendole che è vino schietto e poi “l’ho fatto io!”. L’ubriacone dice che c’è qualcuno che va in giro a dire che il vino è un’invenzione del diavolo e che bere è un peccato e si domanda “ma se Gesù ha trasformato l’acqua in vino avrebbe mai dato da bere il vino alla sua mamma?”.
Del resto il Vangelo di Giovanni è un testo particolarmente interessante per come presenta aspetti insoliti della figura di Gesù, come l’accento posto alla gioia di vivere la vita terrena nei suoi aspetti materiali, compreso il vino, che con la scrittura del testo apre riflessioni sui possibili collegamenti letterari tra il Vangelo di Giovanni ed il mito di Dioniso.
Cultura mediterranea
Partiamo da questo pezzo del teatro ed i suoi riferimenti al Vangelo per cominciare a mettere insieme i pezzi di quanto attiene al mondo dell’alcol, una parte non indifferente della nostra storia mediterranea, della nostra cultura alimentare, della nostra vita sociale con le sue contraddizioni. Un prodotto con cui conviviamo spesso soprattutto nei momenti di vita conviviale, uno strumento di allegria ma anche di grande dolore in rapporto a situazioni critiche che spesso si accompagnano al suo consumo.
Sono sempre molto colpito dalla frequenza al cinema di scene in cui il consumo di alcol accompagna le sere di tanti personaggi, soprattutto nel mondo anglosassone dove, ancora oggi, sembra che prima di cena si debba bere con assoluta disinvoltura un buon bicchiere di whisky. Forse dovrebbero essere introdotte normative che non inducano modelli di comportamenti disdicevoli come il fumo che invece ancora viene con facilità accostato a personaggi ed a situazioni positive. Ma questo è un altro discorso.
Perché anch’io ho sperimentato delle (belle)sbronze anche se oggi, avanzando l’età, purtroppo non riesco più a bere con la stessa facilità di una volta e da molti anni non ho superato i limiti. Ci sono state occasioni (di cui non mi vanto più) in cui guidai in condizioni tragiche e non so chi mi ha protetto e altre (in età molto giovane) in cui, pur di non sfigurare davanti agli altri, sono stato molto male. Oppure ancora ricordi di momenti di intenso piacere associati alla seduzione ed a momenti di vita intima molto fantasmagorici (di cui mi vanto con me stesso).
Insomma molte sono le cose da dire e molte sono le sollecitazioni ed i ricordi che vengono in mente a tutti noi. Partiamo però da cercare di delineare cos’è l’alcol e quali sono i problemi che crea il suo consumo, nelle diverse forme.
Alcol: Effetti Generali
L'alcol etilico o etanolo, quando viene assunto a dosi elevate, può essere considerato a tutti gli effetti una droga, dotata di azioni tossiche sull'intero organismo. Infatti, questa sostanza viene metabolizzata dal corpo, non in funzione delle reali esigenze organiche (come accade per i nutrienti), ma con l'unico scopo di essere neutralizzata ed eliminata.
Quando il metabolismo e l'escrezione dell'alcol non sono sufficientemente efficaci, inizia una vera e propria intossicazione, che si manifesta immediatamente con alcuni sintomi nervosi ed evolve in base all’alcolemia.
Quindi l'alcol, nonostante un elevato potere energetico, non ha nessuna valenza dal punto di vista nutrizionale. L’etanolo esercita un effetto specifico che ben conosciamo caratterizzato da due possibili risposte: a basse dosi provoca euforia e perdita dei freni inibitori, mentre a dosaggi superiori induce risposte di tipo depressivo.
Effetti Specifici
Sul cervello
L'alcool interferisce con le vie di comunicazione cerebrali e può compromettere il funzionamento del cervello. Queste interferenze possono cambiare l'umore e il comportamento, rendere più difficile ragionare lucidamente e alterare la coordinazione.
Sul sistema cardiocircolatorio
Bere troppo, in una sola occasione o cronicamente, può anche danneggiare il sistema cardiocircolatorio e il cuore, causando l’insorgenza di cardiopatia alcolica, aritmie, ipertensione.
Sul fegato
L'assunzione eccessiva di alcol richiede un altrettanto smodato impegno metabolico del fegato; di conseguenza, a livello epatico, può indurre una serie di problemi ad eziologia infiammatoria, come steatosi alcolica o fegato grasso, epatite alcolica, cirrosi epatica.
Etanolo e aumento del rischio di cancro
Assumere troppo alcol etilico, nel lungo termine può aumentare il rischio di sviluppare alcuni tumori in particolare colpendo esofago, fegato e seno.
Sul feto
L'alcol è tossico per l'embrione/feto.
Se assunto in quantità eccessive durante la gestazione, non solo aumenta la predisposizione all'alcolismo in età adulta del nascituro, ma favorisce molte carenze nutrizionali e, nella peggiore delle ipotesi, provoca la cosiddetta sindrome fetale alcolica.
La combinazione tra alcol e fumo
Nell’aumentare il rischio di tumori, l’alcol non lavora da solo. Spesso interagisce con altri fattori di rischio, potenziandone gli effetti dannosi. Tra questi, il principale è il fumo di sigaretta.
Unità Alcolica
Le raccomandazioni riportate nei sistemi di monitoraggio istituzionali per non eccedere il consumo stabiliscono che, al di sotto dei 18 anni, qualunque consumo deve essere evitato; per le donne adulte e gli anziani (ultra 65enni) il consumo giornaliero non deve superare 1 Unità alcolica (UA) (un bicchiere corrisponde ad 1 UA standard contenente 12 grammi di alcol puro) mentre per gli uomini adulti il consumo giornaliero non deve superare le 2 UA al giorno, indipendentemente dal tipo di bevanda consumata.
Alcolemia ed Effetti dell'Alcol
Alcolemia (g/l)*
Effetti (indicativi)**
0,2-0,4
Lieve euforia, loquacità, lieve incoordinamento motorio ed eventuale moderata riduzione della capacità di giudizio e dell'attenzione
0,5-0,8
Aggravamento dell'incoordinamento motorio, riduzione della capacità percettiva, ulteriore riduzione della capacità di giudizio, tendenza alla guida pericolosa
0,8-1,0
Sopravvalutazione della propria abilità alla guida, tendenza a guidare al centro della strada, ritardo evidente nei tempi di reazione
1,0-2,0
Instabilità emotiva, alterazione della memoria, perdita della capacità di giudizio, atassia (incoordinamento motorio), disartria (difficoltà nell'articolazione della parola).
2,0-4,0
Ubriachezza profonda, confusione mentale, disorientamento, apatia, vomito, , incontinenza, incapacità di mantenere la posizione eretta
>4,0-5,0
Alcolemia potenzialmente letale: coma, ipotermia, ipoventilazione, ipotensione arteriosa, anestesia
La massima alcolemia consentita in Italia per la guida dell'auto è di 0,5 g/litro
(*) L'alcolemia indica i livelli di alcol nel sangue
(**) Indicativi, poiché, a parità di alcolemia, gli effetti dell'alcol dipendono dalla tolleranza individuale alla sostanza
Gli studi sul rapporto alcol e salute
Il consumo di alcol è ampiamente studiato soprattutto in ambito medico per gli effetti della sua azione sul nostro organismo. Quindi vari organismi sanitari (come l’OMS) ma anche riviste scientifiche o organi di stampa si occupano frequentemente di intervenire.
Vi propongo una sintesi del lavoro pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) italiano (2022) perché riassume bene, a mio parere, tutto quanto si conosce sull’argomento alcol. E’ un documento duro nel contenuto per chi ama bere anche poco, molto netto nel giudizio e che mette in difficoltà i nostri convincimenti sulla nostra disposizione a bere un bicchiere in compagnia. Ma è giusto anche conoscere per essere consapevoli.
Istituto Superiore Sanità
Il consumo di alcol ha radici millenarie profondamente intrecciate nel tessuto sociale di molte società. Diversi e importanti fattori hanno un impatto sui livelli e sui modelli di consumo di alcol nelle differenti popolazioni; tra questi risultano rilevanti quelli legati alle tendenze tradizionali nel consumo di uno o più alcolici, la disponibilità delle bevande alcoliche, la cultura del bere, lo stato economico, l’alfabetizzazione e il grado di istruzione oltre che le modalità e le norme di promozione, commercializzazione e controllo delle bevande alcoliche, tanto quelle previste, quanto quelle effettivamente implementate.
I modelli e i livelli di consumo di alcol sono variabili in funzione del genere, dell’età e dei fattori di vulnerabilità biologica oltre che delle condizioni socioeconomiche individuali e, non ultima, da un lato dalle politiche di tutela della salute, dall’altro dalla promozione del prodotto. È esperienza comune che lì dove le norme sociali prevalenti supportino il bere attribuendo all’alcol un valore d’uso della sostanza, euforizzante, psicoattiva, socializzante, i messaggi di prevenzione sui danni dell’alcol risultano meno efficaci e supportati anche rispetto alla disinformazione sempre più dilagante sui presunti benefici del bere che incoraggiano, tramite l’infodemia e le fake news, il consumo di alcol, sminuendo l’evidenza scientifica e le indicazioni derivanti dalla ricerca per una salute adeguata e sostenibile.
Cancerogenicità
L’alcol è una sostanza cancerogena, calorica, che può creare dipendenza. Sebbene le conseguenze sulla salute del consumo di alcol varino in modo significativo per impatto tra i bevitori, le prove accumulate indicano che, al netto di qualunque evidenza disponibile di potenziali effetti benefici, l’alcol determina sempre pregiudizio alla salute e il consumo di alcol è associato a rischi per la salute a qualunque livello di consumo: non esistendo livelli pur moderati di consumo sicuri per la salute.
A livello di popolazione, qualsiasi livello di consumo di alcol è associato a una mole prevenibile di danni dovuti a molteplici condizioni di salute come malattie cardiovascolari, diversi tipi di cancro, disturbi da uso di alcol (Alcohol Use Disorders, AUD), malattie del fegato, incidenti anche con danni a persone diverse dai bevitori. Diversi aspetti del bere hanno un impatto sulle conseguenze per la salute del consumo di alcol, vale a dire il volume di alcol consumato nel tempo, la frequenza, il modo di bere (a digiuno o con i pasti) e, particolarmente dannoso, il bere fino ad ubriacarsi nei contesti del bere e la qualità della bevanda alcolica consumata.
Il consumo ripetuto di bevande alcoliche può portare allo sviluppo di AUD, compresa la dipendenza da alcol che è caratterizzata da una ridotta regolazione del consumo di alcol, crescente precedenza del consumo di alcol su altri aspetti della vita e caratteristiche fisiologiche specifiche.
Si può parlare di uso rischioso o dannoso di una qualunque bevanda alcolica, di qualunque gradazione, quando il consumo di alcol genera un rischio per la salute a causa della più frequente insorgenza di oltre 220 malattie e condizioni che pregiudicano la salute del consumatore secondo una modalità del “bere che causa danni alla salute e conseguenze sociali per il bevitore, le persone intorno al bevitore e la società in generale, così come i modelli di consumo associati a un aumento del rischio di esiti avversi per la salute”.
Uso dannoso di alcol
Si definisce “uso dannoso di alcol” la modalità complessiva di un consumo abituale e persistente che conduca ad un danno organico, che non si sarebbe verificato con la sottrazione all’esposizione a quantità di alcol in grado di determinare un danno d’organo. L’impatto del consumo dannoso e rischioso di alcol sulla salute e sul benessere non si limita alle conseguenze sulla salute estendendosi alle significative perdite sociali ed economiche relative ai costi causati dall’alcol nel settore della giustizia, costi derivanti dalla perdita di produttività e disoccupazione della forza lavoro e di quelli legati in maniera intangibile ma significativa al dolore e alla sofferenza non solo del consumatore o della consumatrice ma estesa ai terzi, alle conseguenze e alle manifestazioni più drammatiche di danno a persone diverse dai bevitori.
I danni agli altri possono essere molto tangibili, specifici e limitati nel tempo (es. lesioni o danni) o possono essere meno tangibili e derivare da sofferenza, cattiva salute e pregiudicato benessere come conseguenze sociali del bere come, ad esempio, a causa di violenza agita sotto l’effetto dell’alcol, violenza fisica, verbale, psicologica, intra familiare, verso il coniuge, verso i minori, violenza sessuale, molestie, insulti, minacce, bullismo, atti criminosi e danni a cose e persone.
Il consumo di alcol causa circa 3 milioni di morti ogni anno a livello globale, nonché disabilità e cattive condizioni di salute di milioni di persone. Complessivamente, il consumo dannoso di alcol è responsabile del 5,1% del carico globale di malattie e la Regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) ha la più alta percentuale di bevitori e il più alto consumo di alcol nel mondo. Nella Regione europea della WHO si stima che il 62,3% della popolazione adulta ha consumato bevande alcoliche almeno una volta nel corso dell’ultimo anno e che il consumo di alcol è causa di quasi un milione di morti ogni anno, pari a circa 2500 morti al giorno (di cui una su quattro è un giovane artefice o vittima di un incidente stradale causato dall’alcol alla guida, prima causa di morte prematura in Italia e in Europa, di malattia di lunga durata o di disabilità tra i giovani maschi di età compresa tra i 14 e i 28 anni di età).
Sono state individuate due ampie categorie di malattie alcol-attribuibili: le malattie croniche non trasmissibili (i disturbi neurologici, il cancro, le malattie cardiovascolari e la cirrosi epatica) e le lesioni non intenzionali e intenzionali.
La WHO ha stimato infatti che il 29% dei decessi alcol-correlati sono avvenuti per patologie oncologiche, il 20% per cirrosi epatica, il 19% per malattie cardiovascolari e infine il 18% per incidenti.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha suggerito di utilizzare il Consumo Pro-capite di alcol in litri di Alcol puro (CPA) per garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età, rafforzando la prevenzione e il trattamento dell’abuso di sostanze, compreso l’abuso di stupefacenti e l’uso dannoso di alcol. L’analisi del trend del consumo medio pro-capite di alcol puro, come somma del contributo di alcol di tutte le bevande alcoliche, stimato attraverso la Joint Point Analysis mostra che in Italia il valore è passato da 19,72 litri nel 1970 a 7,65 litri nel 2019 con una diminuzione maggiore rispetto a quella registrata a livello medio europeo. Va notato che nel 1970 il consumo pro-capite di alcol in Italia era molto più elevato rispetto alla media dei Paesi membri dell’Europa (19,72 vs. 13,83).
Non voglio solo spaventare o sconfortare il lettore. Era però necessario, in questo primo passaggio, chiarire alcuni punti fermi su cui c’è accordo certo negli studi scientifici.
Battuta di Woody Allen (In Io e Annie):
Se bevo divento insopportabilmente stupendo, divento troppo meraviglioso per descrivermi.